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Risonanza magnetica: cosa è, come funziona e quando farla

Revisionato da: Elty~March 12, 2024
8 minuti

Risonanza magnetica: cosa è

La risonanza magnetica è un esame radiologico che permette, grazie a campi magnetici, di acquisire immagini con estrema nitidezza e precisione all’interno del corpo del paziente. Viene utilizzata in molteplici campi della medicina fornendo un supporto prezioso, affidabile e non invasivo. Infatti questo tipo di esame non utilizza né le radiazioni ionizzanti né quelle radioattive, bensì utilizza onde a radiofrequenza per intenderci simili a quelle usate per la televisione o per la radio: l’esame quindi può essere svolto anche più volte senza bisogno che passi un lungo periodo tra un test e l’altro. In sostanza, la risonanza magnetica è un mezzo innovativo ed efficace per vedere tantissime patologie comuni che possono essere lievi come gravi.

Esistono vari tipi di risonanza magnetica, uno di questi viene definito risonanza magnetica aperta ed è stata ideata in tempi moderni con l’intento di permettere ai soggetti claustrofobici oppure obesi o anziani di poter svolgere l’esame senza eccessivi disagi, in quanto i dispositivi garantiscono maggiore ampiezza e una sensazione dunque meno opprimente grazie alle aperture posizionate ai lati della macchina. La risonanza magnetica aperta non permette tuttavia di eseguire tutte le varie tipologie di esame e quindi le strutture predisposte devono necessariamente essere dotate di altri macchinari per eseguire una panoramica completa.

Per una ricerca più specifica e dettagliata di patologie di tipo infiammatorie vi è la risonanza magnetica con contrasto che consente di fornire immagini limpide di vasi sanguigni o organi e di approfondire lo studio dei tumori. Al paziente occorre un digiuno di almeno 6 ore precedente al test e, una volta pronto per la risonanza, viene iniettato un mezzo di contrasto per via endovenosa che si distribuisce nei vari vasi e negli organi permettendo così, grazie alle molecole di gadolinio, di visionare al meglio eventuali lesioni o patologie.

Questa terapia genera pochissimi effetti collaterali, ma se si soffre di allergie è bene contattare il proprio medico online in modo tale che riesca a preparare al meglio il paziente alla risonanza grazie all’utilizzo di farmaci antiallergici. La risonanza magnetica con contrasto non è consigliata per chi soffre di problemi ai reni, ma anche alle donne in fase di gravidanza. Solitamente, per far sì che il corpo tramite le urine espella fuori il mezzo di contrasto che è stato somministrato per via endovenosa, il tempo impiegato è più o meno di 24 ore.

Per risonanza magnetica all’encefalo si intende una procedura che non comporta rischi o dolori se non il forte rumore del macchinario che, mediante l’uso di un campo magnetico ad elevata intensità, esamina con precisione uno specifico distretto corporeo ed ha il vantaggio di essere ancor meno potente e invasiva permettendo anche la possibilità di avere le immagini delle parti richieste in 3D. La risonanza magnetica all’encefalo non è assolutamente indicata a chi porta pacemaker e a chi può aver impiantati metalli all’interno del proprio corpo, susseguenti a protesi o anche a punti di sutura o ad alcuni tipi di lavoro usuranti.

La risonanza magnetica dell’encefalo viene effettuata con il paziente sdraiato all’interno del macchinario e dura dai 15 ai 30 minuti. Il paziente verrà monitorato da un membro del personale sanitario che riceve le immagini dell’interno del corpo paziente che il macchinario produce. In alcuni casi per effettuare la risonanza magnetica all’encefalo è necessario iniettare il mezzo di contrasto ossia il gadolinio.

Ulteriore tipologia è la risonanza magnetica lombo sacrale e cioè quella che permette di visionare la regione lombare che viene localizzata tra le vertebre sacrali ed il coccige. Grazie a questo tipo di risonanza il personale che ci assiste può avere un’idea ben chiara e specifica permettendo di individuare fattori che scatenano un dolore, ma anche evidenziare la presenza di un’ernia o di un tumore lungo la colonna vertebrale.

La risonanza magnetica al ginocchio invece serve ad analizzare in maniera specifica e dettagliata le varie parti che compongono il ginocchio, quindi legamenti e tendini, e anche controllare se ci siamo procurati traumi distorsivi, fratture al femore o alla tibia: solitamente non dura mai più di 30 minuti. È utilizzata inoltre per diagnosticare le artriti, ma anche versamenti al ginocchio. Infine, quando ci si sottopone ad una terapia di cura, attraverso la risonanza magnetica è possibile monitorarne progressi ed evoluzioni.

Dopo aver effettuato la risonanza magnetica bisogna attendere il responso medico che potrà, non appena pronto, essere fatto visionare al proprio medico di base sulla piattaforma online DaVinci Salute, in modo tale da ricevere tempestivamente una diagnosi dettagliata e accurata delle eventuali patologie riscontrate e ricevere consigli su come procedere nel suo trattamento.

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Risonanza magnetica: come funziona

La risonanza magnetica si avvale di un processo molto complesso per funzionare: grazie ai campi magnetici di cui dispone riesce ad avere influenza sui protoni presenti nel corpo che, seguendo gli impulsi da esso generati, abbandonano quello da loro prodotto in condizioni normali e, sotto la guida del personale specializzato, iniziano a seguire il nuovo campo magnetico fino a spostarsi di solito di 90° o di 180°.

Quando infine la nuova radiofrequenza viene interrotta, i protoni tornando nella loro posizione originaria rilasciando dell’energia che viene studiata e visionata dai tecnici per capire se vi è o meno qualche cosa che non funziona e se bisogna intervenire per soccorrere il paziente. La risonanza magnetica può essere svolta in strutture statali che consentono al paziente di pagare una cifra non elevata, ma nelle quali ci si può imbattere in lunghe liste d’attesa prima di poter effettuare la risonanza.

Ecco allora che entrano in gioco le strutture private che logicamente vantano un prezzo decisamente più alto rispetto a quelle statali, offrendo tuttavia la possibilità di poter svolgere la visita in tempi assai più brevi.

Per effettuare una risonanza magnetica, la preparazione che il paziente deve adottare non ha di solito nulla di specifico o complicato, è bene solo ricordare come chi si reca all’esame debba farlo senza indossare vestiti contenenti metalli e quindi evitando bottoni, chiusure zip e di conseguenza anche piercing e bigiotteria.

Qualora ci si debba sottoporre a una risonanza magnetica allo stomaco, allora si riceveranno particolari indicazioni dagli esperti sugli alimenti da poter e non poter assumere nelle ore precedenti. In generale però è fortemente sconsigliato bere alcool o ingerire cibi irritanti.

Uno dei pochi disagi della risonanza magnetica può essere causato dal fatto che i macchinari utilizzati sono di ridotta dimensione e il paziente deve restare il più fermo immobile possibile per il tempo necessario, che di solito varia dai 30 minuti fino ad un massimo di 60, e ciò implica che chi soffre in particolare di claustrofobia o di obesità possa non sentirsi a proprio agio, anche se viene comunque data la possibilità di muoversi tra una sequenza e l’altra.

Risonanza magnetica: quando farla

La risonanza magnetica viene effettuata quando si ha la necessità di diagnosticare, grazie all'ausilio delle immagini da essa prodotte, diversi tipi di patologie: ad esempio malattie alle ossa, al cuore, al midollo spinale o ai muscoli oppure lesioni di vario genere o, nella peggiore delle ipotesi, tumori.

In seguito può essere utilizzata anche per controllare e seguire il processo di una cura specifica e di come il corpo reagisce alla terapia alla quale si sta sottoponendo il paziente. Come accennato prima la risonanza magnetica può essere “semplice” oppure essere effettuata con l'iniezione in vena di un liquido di contrasto che fornisce un'immagine ancor più precisa e dettagliata.

La risonanza magnetica non dev'essere svolta da chi porta un pacemaker o apparecchi acustici dato che potrebbero entrare in conflitto con le onde usate dai macchinari mettendo in serio pericolo la vita del paziente.

Una volta terminato il controllo, il paziente non ha l'obbligo di restare in osservazione e, salvo specifici consigli da parte degli operatori che hanno svolto l'esame, può quindi subito rientrare verso casa, fatta eccezione per le donne che allattano se hanno eseguito la risonanza magnetica con contrasto. Non vi sono problemi nemmeno per il guidare la macchina una volta concluso il trattamento e quindi si può abbandonare la struttura predisposta in totale autonomia.

Risonanza magnetica: quanto costa e quanto dura

La risonanza magnetica dura generalmente tra i 15 ed i 90 minuti a seconda della parte corporea che stiamo sondando. Il paziente in questo lasso di tempo dovrà cercare di rimanere il più fermo possibile per fare sì che il test risulti efficace. Il prezzo per questo tipo di esame varia a seconda della struttura nella quale lo si effettua: se la visita verrà svolta in un centro pubblico il costo medio è all'incirca di 45 euro con un massimo di 65 euro se la risonanza magnetica prevede l'uso del liquido di contrasto.

Nelle strutture private invece, che garantiscono un minor tempo di attesa nella grande maggioranza dei casi, il costo di tale visita varia dai 100 euro fino ad un massimo di 750 euro. Il prezzo varia a seconda dei mezzi utilizzati, ossia se si usano macchinari chiusi che hanno un prezzo minore oppure aperti che sono più moderni e che permettono ai pazienti che soffrono di claustrofobia o di obesità di poter svolgere il controllo senza eccessive “sofferenze”. I prezzi cambiano anche a seconda di quale parte del corpo andiamo ad analizzare con la risonanza magnetica.

Sia la TAC che la risonanza magnetica vengono utilizzate in medicina per poter visionare le varie parti all'interno del nostro corpo. La risonanza magnetica si avvale di un campo magnetico per consentire di poter sviluppare immagini precise delle varie parti del nostro corpo e viene impiegata solitamente per problemi di ernia, per controllare la funzione cardiaca, ma anche in campo ortopedico e neurologico, ed è uno strumento prezioso per la ricerca di eventuali tumori.

La TAC invece utilizza radiazioni ionizzanti che, una volta elaborate dal personale medico, permettono di ottenere una diagnosi precisa grazie alle immagini tridimensionali sviluppate e viene utilizzata per diagnosticare tumori o anche per visionare eventuali miglioramenti nel corso di determinate terapie effettuate.

Cosa è meglio la TAC o la risonanza magnetica? Beh, dipende da ciò che viene consigliato dal tuo dottore online a seconda dei casi specifici. Di certo dal punto di vista delle tempistiche la differenza tra la risonanza magnetica e la TAC è piuttosto evidente: la prima può variare da un minimo di 15 fino ad un massimo di 90 minuti, la seconda invece dura dai 5 ai 10 minuti.

Tramite la piattaforma DaVinci Salute è possibile prenotare la televisita online per parlare con uno specialista e ricevere le giuste indicazioni per scegliere il tipo di risonanza o TAC da effettuare, inoltre si può far analizzare da uno dei nostri medici qualificati il risultato della tua risonanza.

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