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Emorroidi esterne: che cosa sono, i sintomi e come si curano online

Revisionato da: Elty~March 18, 2024
4 minuti

Emorroidi esterne: che cosa sono

Le emorroidi esterne sono una malattia estremamente diffusa a livello globale e meritano di essere trattate con la massima attenzione per evitare che si trasformino in una patologia emorroidaria.

Le emorroidi esterne sono cuscinetti di tessuto vascolare che si collocano nella parte terminale del retto anale e hanno un ruolo fondamentale durante il passaggio delle feci: nella peggiore delle ipotesi le sacche vascolari possono gonfiarsi a tal punto da fuoriuscire dal retto, causando sanguinamento, prurito e dolore intenso.

Al contrario delle emorroidi interne, che si formano all’interno del retto, quelle esterne si localizzano sotto la cute che circonda l’ano e, se non curate in maniera adeguata, rischiano di trasformarsi in coaguli di sangue che possono rivelarsi assai dolorosi e dunque condizionare pesantemente la vita quotidiana. Solitamente vengono classificate in quattro stadi che indicano la gravità della malattia, ma in ogni caso è consigliabile rivolgersi a un medico esperto che saprà sicuramente aiutarvi nel risolvere tempestivamente la situazione.

- Primo stadio delle emorroidi esterne: sintomi come il sanguinamento e un leggero prurito generalmente contraddistinguono il grado meno grave della malattia e sono causati dal lieve aumento di volume dei cuscinetti. In particolare durante la defecazione potrete rendervi conto di questi tipi di sintomi.

- Il secondo stadio invece prevede un livello di infiammazione più fastidioso, seppur sopportabile, e un abbondante sanguinamento ad accompagnare la defecazione. Inoltre è possibile assistere alla fuoriuscita dal canale rettale da parte delle sacche vascolari.

- Il terzo grado della malattia inizia ad essere un problema più serio e può causare forte fastidio, sanguinamento, dolore intenso e una fuoriuscita dei cuscinetti piuttosto dirompente. In particolare durante la spinta in fase di defecazione le sacche vascolari fuoriescono e dunque devono essere ridotte manualmente.

- Il quarto stadio è indubbiamente il più critico e i cuscinetti stazionano stabilmente fuori dal retto anale, causando problemi piuttosto fastidiosi nella vita quotidiana. Ciò è causato dal totale sfiancamento delle sacche vascolari e i dolori possono diventare piuttosto insistenti o addirittura insopportabili, motivo per cui è lecito recarsi immediatamente da un medico onde evitare infezioni.

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Emorroidi esterne: sintomi più frequenti

I sintomi legati alle emorroidi esterne sono piuttosto facili da intuire e da individuare poiché solitamente, durante l’emissione delle feci, noterete una perdita di sangueaccompagnata da un dolore e una irritazione che possono variare da un lieve prurito fino a un dolore intenso.

Quando si parla di emorroidi esterne, contrariamente emorroidi interne, sintomi come il bruciore rettale, il sanguinamento più o meno abbondante e un senso di fastidio o disagio perenne sono certamente i principali e più frequenti. Inoltre potrete notare senza particolari difficoltà, anche semplicemente al tatto, come attorno all’ano si siano formate le suddette sacche vascolari.

Le cause possono derivare innanzitutto da un’alimentazione scorretta, dunque bisogna evitare cibi piccanti, fritti e speziati, alcolici, cioccolata e crostacei che hanno un effetto negativo sulla mucosa rettale e complicano sensibilmente l’espulsione delle feci.

Pure la tendenza all’obesità e l’assunzione di determinati farmaci possono causare la malattia. In generale uno stile di vita sedentario o un’alimentazione priva di fibre, possono favorire la formazione delle emorroidi esterne, così come alcune attività sportive quali il ciclismo, l’equitazione e il body building che prevedono una continua pressione, e quindi irritazione, nelle zone rettali dove può nascere la malattia, tuttavia non è da escludere anche una predisposizione ereditaria. 

Emorroidi esterne: cura e rimedi più in voga

Esistono varie metodologie per la cura delle emorroidi esterne che naturalmente possono cambiare a seconda della gravità della malattia.

Per quanto riguarda gli stadi meno avanzati delle emorroidi esterne, cura molto diffusa è l’utilizzo di pomate o unguenti da applicare una volta terminata la defecazione, che si possono reperire in farmacia e sono in grado di alleviare il prurito e l’infiammazione dell’area interessata.

Un altro metodo molto valido è rappresentato da una dieta a base di fibre accompagnata da un’attività fisica frequente: adottare provvedimenti di tipo dietetico-comportamentale è essenziale per contrastare la patologia poiché cibi come frutta e verdura contribuiscono a diminuire la stitichezza.

Quando si è costretti a combattere con le emorroidi esterne, rimedi molto importanti sono costituiti anche da anestetici locali, antinfiammatori, corticosteroidi e anticoagulanti che riducono l’irritazione e il gonfiore delle sacche.

Per quanto riguarda invece gli stadi più avanzati e critici, è possibile procedere attraverso trattamenti ambulatoriali o, nella peggiore delle ipotesi, chirurgici. Qualora la malattia abbia raggiunto un livello cronico e sia presente un rischio di trombosi è assolutamente necessario, ovviamente, rivolgersi e farsi seguire da uno specialista che saprà indicarvi la strada giusta da percorrere.

Tecniche moderne ambulatoriali come la legatura elastica, la scleroterapia e la crioterapia rappresentano rimedi molto validi per eliminare la malattia, tuttavia, nel caso in cui non dovessero funzionare, è possibile procedere tramite trattamenti chirurgici che variano a seconda della gravità della situazione.

Nel caso in cui il paziente sia affetto dal quarto stadio della malattia, ossia le emorroidi esterne trombotiche, un rimedio molto in voga al giorno d’oggi è l’emorroidectomia escissionale che prevede la completa rimozione delle dilatazioni. Per quanto concerne il secondo o il terzo stadio delle emorroidi esterne, cura piuttosto gettonata è il metodo della prolassectomia con emorroidopessi, ma anche il trattamento THD oppure la tecnica laser: in questi casi non vengono rimosse completamente, ma subiscono una sensibile riduzione del loro volume e la totale eliminazione del dolore per il paziente.

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