La Depressione Post Partum interessa circa il 15% - 20% delle donne e può insorgere nelle prime quattro settimane dopo il parto e perdurare fino a un anno da esso o per un periodo più lungo, soprattutto se non trattata.
La Depressione Post Partum è caratterizzata dalla presenza, quasi ogni giorno per un periodo di almeno due settimane, di umore depresso, marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività per la maggior parte della giornata, quasi ogni giorno. Devono inoltre essere presenti almeno 5 o più dei seguenti sintomi, perduranti per un periodo di almeno due settimane:
Questi sintomi causano un disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento sociale, lavorativo, o di altre aree importanti.
Le conseguenze della Depressione Post Partum possono essere gravi in particolare per la relazione madre-bambino in quanto la donna, infatti, risulta essere meno disponibile, nei confronti del bambino, soprattutto sul piano emotivo e non si comporta in modo sufficientemente empatico.
Le madri che soffrono di Depressione Post Partum interagiscono in maniera meno sensibile con i loro bambini perché sono concentrate, assorbite nei propri pensieri, sentimenti e preoccupazioni.
Tutto ciò può avere ulteriori conseguenze negative, a breve, medio e lungo termine, per un adeguato sviluppo cognitivo, socio – emozionale e comportamentale del bambino.
La gravidanza e la nascita del bambino rappresentano di per sé degli eventi critici normativi, ovvero sono avvenimenti stressanti e attesi, che determinano, tendenzialmente, un cambiamento ed una transizione verso una diversa fase del sistema familiare.
Dal punto di vista culturale, la nascita del bambino viene letta alla luce di quelli che potrebbero essere definiti “miti” associati alla maternità. Innanzitutto, la nascita viene considerata un momento idilliaco caratterizzato da emozioni di gioia e felicità che inducono la donna a sentirsi completamente realizzata come persona.
Poi c’è il mito del “legame affettivo materno” secondo cui una buona madre è in grado di allevare il neonato e occuparsi di lui basandosi esclusivamente sul proprio istinto materno, senza aver, quindi, bisogno di qualcuno che le insegni cosa debba concretamente fare.
Infine, il mito della “supermamma”, definisce una buona madre quella donna che risulta essere costantemente a disposizione del figlio.
In queste rappresentazioni sociali c’è e viene costruito il Quando ciò accade, le neomamme si sentono confuse perché quello che loro stesse credono dovrebbero provare e vivere è diverso da quello che, invece, sentono realmente.
Si può, quindi, affermare che, da un lato, il parto costituisce una normale esperienza di vita significativa, dall’altro, esso può essere percepito come un evento fortemente stressante a causa delle modificazioni che comporta.
Per tale motivo, in alcune circostanze può determinare, soprattutto nella neomamma, l’insorgere di disturbi psicopatologici, più o meno gravi, a breve o a lungo termine.
Ecco che la gravidanza, la nascita ed il periodo successivo al parto, il post partum, sono momenti delicati in cui la donna risulta essere maggiormente vulnerabile allo sviluppo di malattie psicosomatiche a breve o a lungo termine.
La Maternity Blues o Baby Blues o Disforia Post – Partum è una sindrome emozionale transitoria caratterizzata da una tristezza post – partum. A differenza della Depressione Post Partum, la Maternity Blues recede spontaneamente. La sua frequenza è piuttosto elevata in quanto colpisce tra il 39% e l’85% delle donne ed emerge nella prima settimana dopo il parto: viene, quindi, considerata un disturbo lieve che, appunto perché così diffuso, costituisce una normale e tipica reazione all’esperienza della gravidanza e del parto. La Maternity Blues può durare da poche ore ad alcuni giorni ma, comunque, si risolve spontaneamente entro le prime due o tre settimane dalla nascita del bambino e non ha conseguenze negative a breve o a lungo termine sulla mamma e sul neonato. La Maternity Blues si può definire uno stato emotivo caratterizzato da tratti depressivi ma è opportuno che venga distinta da una Depressione Post – Partum perché i sintomi della prima sono più lievi, perdurano meno nel tempo e, tendenzialmente, si risolvono automaticamente senza che sia necessario un intervento psicoterapeutico. I sintomi principali della Baby Blues sono: le numerosi crisi di pianto, l’ipersensibilità, l’irritabilità, la scarsa interazione con il neonato, disturbi del sonno, inappetenza, cefalee, mancanza di energie, sentimenti di inadeguatezza circa la propria capacità di svolgere il ruolo di mamma. La Maternity Blues viene determinata, soprattutto, dai drammatici cambiamenti nei livelli ormonali che seguono i giorni successivi al parto. Il trattamento della Maternity Blues non richiede l’avvio di particolari psicoterapie o la somministrazione di farmaci, bensì l’assunzione di comportamenti empatici e di rassicurazione nei confronti della neomamma.
Per un adeguato sviluppo del bambino ed il benessere della madre è necessario attivare trattamenti psiclogici e farmacologici per le donne che soffrono di questo disturbo al fine di impedire eventuali conseguenze negative a lungo termine. Un intervento psicologico immediato può essere fatto anche online attraverso un ascolto empatico e non giudicante da parte di uno psicologo online che permetta alla donna di aprirsi al dialogo e parlare dei problemi pratici che vive nella relazione con il figlio. La piattaforma Da Vinci Salute permette di effettuare un consulto psicologico online in qualsiasi momento e dalla comodità di casa. Spesso le donne ritengono che la possibilità di parlare liberamente di quanto accaduto durante il travaglio e il parto sia catartica. Infatti se i pensieri e gli stati emotivi più stressanti e negativi non vengono accettati, compresi e elaborati da chi le prova, possono continuare ad agire a livello intrapsichico determinando una costante sofferenza.